Data: 23/03/1835



Luogo: Parigi, Francia

ID: Bellini_40



 

aux bains 

(Boulevard des Italiens)

Parigi 25: Marzo 1835:

Mio caro Ricordi – Pel libro avete ragione, e Mad:e Pollini è testimonio di quanta disperazione mi costò; ma le situazioni sono tenere, ed in scena sono di molto effetto, solamente, se la rappresenteranno a Milano, si dovrebbe da qualch’uno, fare in modo di ridurre il dialogo più comprensibile, e più scenico – Se io venissi in Italia (cosa difficile) forse pregherei Romani di rifarne i versi, vi giuro che allora sarebbe un’opera interessantissima, perché le situazioni sono carissime e tenerissime: sino, han commosso i cuori francesi, ed è un gran dire, veder piangere nel teatro Italiano di parigi. - Abbiamo dovuto stampare i pezzi sì mutilati a ragione dei contrafattori Italiani, dei Lucca, e de’ Artaria Voleurs che fanno istrumentare da Pannizza ec: Ma presto incominceremo a pubblicare qualche pezzo intero, ed il primo sarà la scena della GrisiQui la voce sua soave –, che come ora è stampata fà pietà – Il Duetto de’ due bassi è intero, e come ora è ridotta l’opera in 3:e atti, incomincia senza rec‹itati›vo poiché succede subito dopo la scena sud:tta della Grisi – Se non fosse per cotesti infami ladri l’opera si sarebbe pubblicata tutta tutta: ma che fare? Volete rinunziare all’amor proprio, e vedersi istrumentata da altri un’opera? dunque soffriamo, e soffriamo insieme. Già si vanno a fare molte vendite dello spartito, ed in modo, che cotesti ladri non troveranno persona da sedurre, come fecero per tanti spartiti – Lucca ha mandato a Pacini anche lo spartito della Beatrice di Tenda!!! Non trovate alcuno che gli rompa le ossa a tale sfacciato uomo? Povera Italia!!! Infine non passerà molto tempo che potrete pubblicare anche l’edizione intera, basta che venderemo lo spartito a Milano, a Napoli, e forse a Turino e Genova, degli altri teatri non ci cureremo. – Omettete ciò che volete nel v‹ost›ro frontespizio piccolo – Il grande che andrà con la dedica lo copierete da quello che qui si stamperà  perché vi sarà  anche la lettera di dedica ec: ec: Cerri ha pure ragione pel libretto e chi non la penserà così? Ma che dovea io fare? Mio caro Romani è il p‹ri›mo uomo del mondo, ma compromette troppo; ed io vi assicuro, che se anche avessi dovuto ricevere un libro interessante come la Norma, Romani mi avrebbe fatto sì penare, che io avrei fatto fiasco, poiché non avrei potuto ben curare la partizione, studiarla come ho fatto, accattivarmi la stima di Rossini e di tutti gli altri artisti di parigi, come anche contentare con le melodie il publico idiota. Ciò l’ho potuto fare perché ebbi del tempo e della poesia quando ne volea – a Parigi ci vuole musica avanti tutto – non conoscono la lingua, e non si curano delle belle o delle brutte parole; è migliore però averle belle, ma quando questa bellezza dovrà farvi negligere il v‹ost›ro lavoro per mancanza di tempo, allora bisognerà scegliere dei due mali, il minore, che è quello d’aver piuttosto cattive parole, e musica ben fatta e d’effetto. Eccovi la situazione ove io mi trovai, e l’esperienza mi ha fatto certo di quanto ora asserisco – Quando avrete la partizione intera sotto gli occhi mi direte se non ho ragione. – Ho ricevuto da Pacini cinquecento franchi, a conto dell’edizione dei Puritani ec: ec: e glie ne ho dato ricevuta.

Ora vi lascio, e fra otto giorni vi saprò a dire se potrò scrivere un’opera per Milano per la Malibran; ma \io non/ credo che col Duca potremo combinare: io \non/ ho intenzione di livellarmi alla sua strettezza: gli scriverò opera di coscienza (e solo perché ha la Malibran) ma bisogna che me la paghi assai. Ditemi in risposta qualche cosa sù di ciò, per regolarmi con Parigi e Napoli. Io preferirei Milano a Napoli, per avere la Malibran – Addio mio caro amico –

I miei saluti al v‹ost›ro Cerri

Il v‹ost›ro affmo

Bellini

        

Ed. CAMBI1973, [r] pp. 81-82; NERI2005, [r] pp. 392-393; OLSCHKI 2017, [r] pp. 482-484.